venerdì 8 febbraio 2013

Doppio danno... ovvero se non sai come, non spenderli

Leggo su il Messaggero dell'insano progetto che coinvolgerebbe alcuni parchi cittadini, "Da Villa Pamphilj, il progetto [...] coinvolge anche Villa Ada, [...] con i suoi 160 ettari, il cosiddetto Biscotto di Caracalla e la valle della Caffarella" posti che dovrebbero mantenere la loro "naturalità", per fare cosa ?
"il progetto di inserimento di nuovi sistemi di segnalazione delle distanze, abbinati ad un’apposita cartellonistica e a strutture per la sosta e lo stretching
MAPPE E SEGNA-DISTANZE
[...] l’idea originaria del design dei conta chilometri consista in cippi di cemento alti 1,65 metri a segnare ogni chilometro, intervallati da massi più bassi, ogni cento metri utilizzabili anche come sedute. Il tutto per un circuito specifico di dieci chilometri"
A parte che come gli hanno giustamente fatto notare gli stessi podisti, ormai quasi tutti hanno gps e smartphone in grado di misurare con estrema precisione mappe, percorsi e distanze, e che su internet ci sono le tracce da scaricare, viene da chiedersi ma chi fa queste proposte conosce la situazione dei runner ? 

Perchè parliamo di gente che ama la corsa e ne fa quasi una religione, parlo per conoscenza diretta, non di gente che va a fare la corsetta o lo jogging per cui non servono riferimenti. Comunque secondo me no, non hanno cognizione delle esigenze!

Cominciamo con il dire che non tutti hanno una villa o un parco vicino casa e che moltissimi si allenano su strada vicino casa, oltretutto illegalmente, perchè il codice della strada vieta di correre a piedi su strada, ma anche sul marciapiedi. Quindi parliamo di una spesa che riguarda persone che non hanno bisogno, mentre nulla viene fatto per chi avrebbe necessità. Ed inoltre danneggia la wilderness dei parchi trasformandoli con gadget tutto sommato superflui. 
Quindi:
1. non solo non risolvi problemi;
2. deturpi la natura;
3 butti via i soldi.

Allora perchè non destinare questa attenzione verso le piste ciclabili ? Ovviamente non nei parchi ma creando una rete su strade (quella già prevista nel Piano Quadro della Ciclabilità, approvato lo scorso anno e già nell'oblio) si otterrebbero tre piccioni con una fava:

1. creare percorsi utili per la mobilità;
2. dare sollievo a chi invece vuole fare attività fisica a piedi o in bicicletta;
3. preservare i nostri Parchi e le nostre Ville Storiche.

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