giovedì 28 giugno 2012

I candidati sindaci che scendono in campo l'uno contro l'altro

Ieri la Prestipino, oggi Zingaretti. Comincia la discesa in campo dei candidati sindaci al prossimo turno elettorale (primavera 2013), tutti raccontano le proprie esperienze e puntano ad un obbiettivo, per ora la Prestipino si contenterebbe di battere Zingaretti alle primarie del PD, dall'altra Zingaretti neanche la vede e punta tutto sulla sfida ad Alemanno. E probabilmente chi si candida a destra attaccherà Zingaretti, e chi si candiderà della società civile darà addosso ad entrambi. Insomma tutti contro e nessuno per.

Ma i romani che tutti i giorni vivono e girano la propria città, per lavoro o per le normali attività quotidiane, non solo per inaugurazioni e convegni, si rendono subito conto che stanno partendo con il piede sbagliato.
Prima il programma !

Interessano poco pure le alleanze, sinistra/centro/destra, tutto morto: 
  • basta con quelli che di fronte a strade invivibili, si preoccupano di intitolarne una ad Almirante o a Berlinguer.;
  • basta con quelli che di fronte al degrado dei nostri monumenti, si preoccupa di spostare o modificare la teca di Mayer o vuole cambiare i connotati alla statua di Giovanni Paolo II a Termini;
  • basta con quelli che nel mare di lamiere che blocca la città anche quando le auto sono in sosta, continuano a smantellare i servizi pubblici eliminando le corsie preferenziali dei bus, a non verificare il pagamento del biglietto, a non costruire nuove piste ciclabili o almeno manutenere quelle esistenti;
  • basta con l'illusione della metropolitana, che ha costi di realizzazione e gestione spropositati:
    tram, tram, tram !!!;
  • basta con quelli che inaugurano pure i nuovi semafori o cento volte la stessa opera, con continue modifiche dell'ultima ora, o poi addirittura non sono a regime (Stazione Tiburtina!!!);
  • basta con quelli che propongono un'idea di futuro fatta solo di edilizia furbetta, di lavori di edilizia ce ne sarebbero a iosa, solo per mantenere in piedi i nostri monumenti, non c'è bisogno di costruire altri migliaia di metri cubi di case;
  • basta con lo sfruttare temi come il testamento biologico, la fecondazione assistita o l'aborto ed i diritti LBGT a fini elettorali sulle questioni amministrative, a Milano Pisapia ha avuto il coraggio di affermare che sono temi che esulano dall'amministrazione di una città, e vanno affrontati a livello statale.
  • basta infine con le commemorazioni, i convegni, i monumenti a Falcone e Borsellino: sono persone che vanno ricordate, ma ci sono persone in giro che non sono eroi, ma che agiscono quotidianamente per migliorare la vita e di conseguenza combattere la non vita (movida, droghe, mafia).
Vogliamo leggere un programma di governo concreto per la città, a me non interessa giudicare un sindaco dalla sua posizione sul testamento biologico, ma dalla sua capacità di far funzionare la città. 
Perchè è capacissimo che si dichiari contrario (per la sacralità della vita) oppure si dichiari favorevole alla libera scelta, poi però non fa nulla per ridurre il numero di incidenti mortali quotidiani.

Insomma Boris Johnson o Kenny Livingstone, e vinca il migliore, basta che Roma funzioni !!!

marco

martedì 26 giugno 2012

Viaggio nella metro B1

Ieri ero a piedi (parenti, amici e conoscenti erano preoccupatissimi visto che erano mesi che non uscivo senza bici :-D) e con grande emozione mi sono recato a Conca d'oro per prendere un po' di B1 (mi ricorda una vitamina) ma mi sono subito depresso. Anche qui (come a Libia) lunghi tratti per arrivare dalla superficie ai treni, tutti percorsi aperti a chiunque (a Londra o a Parigi si devono passare sempre prima i tornelli) e quindi potenzialmente pericolosi.
Arrivato ai tornelli (dopo scale mobili e scale normali e lunghi corridoi ed atri) trovo sei o sette persone in divisa che chiacchierano amabilmente, nessuno ai monitor nella stanzetta attigua (ma allora a che servono) un vigilantes piuttosto panciuto è addirittura semisdraiato sui tornelli, si lanciavano frizzi e lazzi, poi dici che la gente si arrabbia e parla male di queste persone.
Insomma alla fine raggiungo ai binari, e come a Laurentina mancano informazioni sulla partenza del prossimo convoglio, informazioni che ci sono nelle altre stazioni e che secondo me dovrebbero stare anche all'ingresso dei tornelli, perchè se manca tanto uno può prendere una bibita alle macchinette distributrici oppure ripensarci ed andare a prendere un bus oppure... pedalare via.
Invece completamente frastornato dai giri ho perso l'orientamento (chissà da che parte va il treno ?), e sentendo la metro in funzione mi precipito nella prima carrozza che mi capita e così fanno tutti convinti che stia per partire, ma la metro non parte e dopo un po' la carrozza si riempie. Ma non si parte l'attesa è lunga e la metro di quelle vecchie, sporca ed imbrattatissima, stride con la modernità della stazione ed aumenta il senso di soffocamento mentre altri si precipitano in carrozza. Per fortuna i più coraggiosi capita l'antifona, decidono di rischiare e passando di carrozza in carrozza raggiungono addirittura posti a sedere, ormai l'orario di partenza è impredicibile, minimo 15 minuti, forse di più. Poi finalmente parte, piano, poi si scatena ed arriva a Libia, fermata rapida quindi Annibaliano, qui di ferma un'eternità... si riparte, bene Bologna ma poi si ferma di nuovo a Policlinico (pausa) poi riparte. Arrivo a termini dopo quasi quaranta (40) minuti da quando avevo sceso i primi gradini a conca d'oro... mi sembra decisamente troppo, visto anche tutti i tragitti a piedi che occorre fare.

A proposito sopra all'ingresso di Piazza Conca d'Oro fra le varie indicazioni c'è anche quella della bici, ma non c'è alcuna forma di ausilio al trasporto della stessa in profondità, neanche gli schifosissimi scivoli che affiancano le scalinate sulla dorsale tevere.

giovedì 21 giugno 2012

Autociclisti

Incontro sempre più spesso ciclisti che evidentemente della bici hanno compreso solo il concetto di risparmio, e non anche quello di mobilità più sicura.
Evidentemente scendono dall'auto (o altro mezzo a motore) e causa la crisi iniziano a pedalare.
Te li trovi che ti passano sfiorandoti mentre tu rallenti magari in prossimità di un incrocio o delle strisce pedonali, non rispettano il semaforo né le precedenze, neanche quando passando rischiano di far ammazzare loro stessi ed altri innocenti.
Ma casualmente ho notato che somigliano molto ai ciclisti ideologizzati, quelli del bike-power, quelli che soffrono psicologicamente più che materialmente la convivenza con i motorizzati, e quindi si sentono in diritto di sfidarli anche se questo può andare a discapito di altri ciclisti o pedoni.
Non so di quale delle due specie facesse parte quell'imbecille che qualche giorno fà zig-zagava con la sua bici a Piazza Re di Roma, mentre andava probabilmente a giocare a tennis, vista la racchetta legata alla buona sul portapacchi. 
Fatto sta che faceva lo slalom con le macchine in movimento ed ha rischiato di farmi cadere per ben due volte. L'unica mia colpa ? quella di viaggiare in bicicletta ma restando sulla stessa fila, tranquillamente, rallentando il giusto e riprendendo a pedalare senza fermarmi ma anche senza fare zig-zag, cosa perfettamente inutile oltre che pericolosa, tanto che mi sono trovato per ben due volte davanti a lui che invece faceva il "pilota".
Chissà se poi sale in macchina o sullo scooter e fa lo stesso, o se va a manifestare contro gli autosauri durante i weekend.
Sono veramente indeciso ma sicuramente non è un ciclista urbano (o ciclomobilista come sostengo io) potrebbe essere definito: autociclista.


giovedì 7 giugno 2012

Poi dice che uno si butta a destra...

"... non sai dove ti devi buttare." diceva Totò in Totò Tuttofare.

Stamattina ho dovuto discutere con un troglodita che aveva parcheggiato il suo minipulman sopra le strisce del passaggio ciclopedonale davanti all'ingresso della FAO, gli ho fatto notare cortesemente che era in divieto di sosta ed ostruiva il passaggio...
  • è sceso allargando le braccia con fare bonaccione ed ingenuo facendo finta di verificare mentre già diceva che comunque ci si passava;
  • gli ho risposto che però dovevo fare la gimkana con la bici e che anche un pedone avrebbe dovuto aggirare l'ostacolo... per non parlare di un disabile in carrozzella;
  • allora ha detto che lui stava lavorando ed io gli ho risposto che anche io stavo andando al lavoro;
  • Alla fine quando gli ho detto che stava violando il codice della strada è sbottato dicendo che gli rompevo i coglioni e di guardarmi intorno che tutti parcheggiavano in divieto... gli ho risposto che finalmente era uscita fuori la sua reale inciviltà mascherata da buonsenso e me ne sono andato... 
ma in effetti aveva ragione lui. 
Perchè dovrebbe rispettare le regole ? quando ci sono macchine in divieto di sosta intorno alla FAO,  ed a neanche 100 metri ci cono le vele pubblicitarie che pubblicizzano (?) la festa di SEL. Poi dice che uno ce l'ha con SEL ma mi sembra ovvio che se ci sono ben quattro camion parcheggiati così, ed oltretutto con pubblicità che non so quanto sia regolare, poi come si fà a far rispettare le regole all'autista del pulmino. Insomma non si può essere solo meno peggio dell'altro bisogna essere migliori in tutti i sensi.

via delle Terme di Caracalla

lunedì 4 giugno 2012

E se volessi parcheggiare a Piazza Venezia ?

parcheggio per bici in prossimità di Piazza Duomo a Milano

Un giorno nel centro di Milano per un ciclista quotidiano è occasione di stupore e riflessioni.

Il BikeMI, che è utilizzato anche di sera e la domenica, ha le bici tipo quelle di Barcellona, magari brutte ma robuste, mentre da noi il Roma'n'bike (poi ribattezzato semplicamente Bike Sharing Roma) è in stato penoso.

Ma la cosa che più colpisce sono gli stalli per le bici, vedi foto, molto efficaci perchè sostengono la bici ed al contempo robusti per legarla in sicurezza, magari non saranno ancora tantissimi, ma ci sono, un modello simile a quello che avevo già visto anni fa a Verona ! E si trovano, ad esempio, all'angolo di Piazza Duomo non nascosti nei vicoli.

Provate ad immaginare un parcheggio di bici simile a Piazza Venezia... 
no! meglio di no, altrimenti poi vi viene la depressione.