Recentemente ho dovuto recarmi al Policlinico Umberto I°, non potevo andare in bici ma per fortuna ho potuto utilizzare i mezzi pubblici, visto che in quella zona è impossibile parcheggiare in modo corretto, come ormai quasi tutta Roma, ormai.
Appena entrato nel complesso dall’ingresso di via Lancisi mi è caduto l’occhio su un elegante ciclista che parcheggiava nella rastrelliera (certamente migliorabile utilizzando degli stalli a forma di phi greco) che sono predisposti proprio accanto all’entrata.
Un altro ciclista non fidandosi, o non avendo visto la rastrelliera, stava parcheggiando la bici sulla issandola sulla ringhiera del vialetto interno. Altre bici erano parcheggiate in strada, probabilmente si tratta di medici, infermieri, personale amministrativo o visitatori, quasi certamente non di pazienti che ovviamente possono essere impossibilitati ad usare la bici.
Quel signore, elegante, che parcheggiava la bici mi è sembrato molto lontano dal mondo del ciclo-attivismo che vediamo all’opera sul web o nel quotidiano, non ostentava la sua ciclo attitudine, eppure ha intrapreso questa strada e come lui molti altri che pian piano riempiono strade e pali con le proprie bici. Forse lui è un testimonial migliore di tanti altri che si incontrano apposta per far dispetto agli automobilisti.
Insieme ad altri compagni di viaggio sosteniamo da tempo che il miglior modo per incrementare l’uso della bicicletta è quello di… mettere più persone possibile in bici tutti i giorni.
Sembra un paradosso, ma è un dato di fatto che l’uso della bici sta aumentando proprio perché c’è emulazione. Vedere persone che usano la bici quotidianamente scuote l’immaginario e solletica la curiosità di quelli che seduti in auto o su una moto si vedono sempre più spesso sorpassare dai ciclisti che agevolmente possono, anche solo scendendo dalla bici e conducendola a mano superando qualunque blocco, e soprattutto evidenziando che non sono più loro l’elemento che rallenta la circolazione ma al contrario sono gli ingombranti mezzi a motore, incluse microcar e ciclomotori.
L’idea di forzare questo passo, con ossessivi richiami all’abbandono dell’auto o della motocicletta, in nome di principi alti e condivisibili ma sostanzialmente inapplicabili alla maggior parte dei cittadini romani (e non solo), secondo me lascia il tempo che trova.
Anzi crea ostilità nei confronti della bicicletta e dei ciclisti che già la usano quotidianamente.
Muoviamoci in bici, invitiamo gli altri a farlo, aiutiamoli se possibile ad iniziare questo percorso, e non facciamo la predica se useranno la bici solo alcuni giorni alla settimana, fosse anche solo il sabato per andare a fare la spesa al mercato.